Salute

Apnea notturna, il rischio aumenta in questi giorni della settimana: solo così puoi prevenirla

Apnea di notteI giorni peggiori - www.ProgettoHumus.it

Questo fastidioso disagio medico si può evitare meglio in certi giorni piuttosto che altri. La spiegazione della scienza in merito. 

Un recente studio condotto dalla Flinders University ha acceso i riflettori su un fenomeno poco noto ma di grande impatto sulla salute: l’aggravamento dell’apnea ostruttiva del sonno durante il weekend. Analizzando i dati di oltre 70.000 pazienti, i ricercatori hanno evidenziato come le abitudini tipiche del fine settimana – tra cui consumo di alcol, fumo e orari di sonno irregolari – possano peggiorare significativamente la gravità di questa patologia respiratoria.

L’apnea ostruttiva del sonno è una condizione caratterizzata da interruzioni della respirazione durante il sonno, causate dal collasso parziale o totale delle vie aeree superiori. Questo fenomeno può comportare episodi di risveglio improvviso, riduzione della qualità del sonno e, nel lungo termine, aumentare il rischio di ipertensione, diabete, depressione e declino cognitivo.

Lo studio ha coniato il termine “apnea sociale” per descrivere l’aumento della gravità dell’OSA riscontrato nei giorni di sabato e domenica. Nel dettaglio, il rischio di passare da una forma lieve a una moderata o severa di apnea è risultato superiore del 18% nel weekend rispetto a metà settimana. Un elemento cruciale è rappresentato dal cosiddetto “sonno a fisarmonica”, ovvero il recupero di 45 minuti o più di sonno extra nel fine settimana, che si associa a un incremento del 47% del rischio di aggravamento della patologia.

Le differenze di genere ed età sono evidenti: gli uomini mostrano un aumento del 21% del rischio, le donne del 9%; chi ha meno di 60 anni è maggiormente esposto – +24% – rispetto agli over 60 con il +7%. Inoltre, è stata osservata una stagionalità con un picco di gravità dell’OSA tra l’8 e il 19% durante i mesi estivi e invernali.

I fattori scatenanti: alcol, sonno frammentato e terapie trascurate

Secondo i ricercatori, l’alcol rappresenta uno dei principali fattori aggravanti perché induce un rilassamento eccessivo dei muscoli delle vie aeree, favorendo il collasso durante il sonno, e frammenta le fasi di riposo profondo. Gli orari irregolari, tipici del weekend, spostano il ritmo circadiano verso fasi di sonno più leggere, in particolare REM, durante le quali gli episodi di apnea sono più frequenti.

Un ulteriore elemento critico riguarda la scarsa adesione alle terapie domiciliari nei giorni di riposo: molti pazienti con OSA utilizzano meno costantemente la CPAP; la mascherina che mantiene aperte le vie aeree, o gli apparecchi orali che regolano mandibola e lingua per ampliare lo spazio respiratorio superiore.

L’ambiente gioca un ruolo non trascurabile: le alte temperature estive tendono a spezzare il sonno, mentre in inverno si dorme più a lungo e più tardi, favorendo un aumento del sonno REM e quindi degli episodi di apnea.

Calendario orari peggiori

I momenti peggiori per l’apnea notturna! – www.ProgettoHumus.it

Gli autori dello studio raccomandano innanzitutto di mantenere una regolarità negli orari di sonno, puntando a un riposo notturno compreso tra 7 e 9 ore e cercando di svegliarsi sempre alla stessa ora, anche durante il fine settimana. Per chi è in terapia con CPAP, è fondamentale continuare il trattamento senza interruzioni, evitando di sospenderlo nei giorni di vacanza.

Andare a letto quando si avverte sonno e migliorare la qualità dell’igiene del sonno sono altri consigli chiave per favorire un riposo più profondo e rigenerante. Infine, per chi manifesta sintomi come russamento intenso o risvegli improvvisi, è importante rivolgersi al medico di medicina generale o a un centro specializzato del sonno per una valutazione approfondita.

La ricerca sottolinea come una singola polisonnografia eseguita in settimana possa non essere sufficiente per cogliere la reale gravità dell’OSA, suggerendo l’utilizzo di monitoraggi prolungati e piani di trattamento personalizzati, in particolare nei pazienti con comorbidità o che svolgono attività lavorative o di guida a rischio elevato. I picchi di sonnolenza diurna e gli incidenti correlati rappresentano infatti un pericolo concreto e in crescita.

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