L’accettazione tacita dell’eredità rappresenta un aspetto cruciale nella gestione delle successioni ereditarie, soprattutto sui beni immobili.
Un tema spesso poco chiaro agli eredi riguarda l’obbligo di pagare una tassa “nascosta” al momento della vendita di un immobile ricevuto in eredità, collegata proprio a questa forma di accettazione. Scopriamo di cosa si tratta, quando si deve pagare e quali sono le implicazioni giuridiche e fiscali.
L’accettazione tacita dell’eredità si verifica quando l’erede compie atti che, secondo la legge, manifestano inequivocabilmente la volontà di accettare l’eredità, senza che vi sia necessità di una dichiarazione esplicita o di un atto notarile formale. Tra questi atti rientrano, ad esempio, la vendita o la locazione di un immobile ereditato, il pagamento di tasse o bollette relative ai beni del defunto, lavori di ristrutturazione sull’immobile, incasso di somme da conti correnti ereditati, stipula di assicurazioni o volture catastali.
È fondamentale comprendere che l’accettazione tacita implica anche l’assunzione dei debiti del defunto, e una volta compiuti atti di questo tipo non è più possibile rinunciare all’eredità. Inoltre, l’erede non può più separare i beni ereditati da quelli personali e risponde dei debiti ereditari anche con il proprio patrimonio.
L’importanza della trascrizione dell’accettazione tacita e la tassa “nascosta”
Il caso più comune in cui si rende necessaria la trascrizione dell’accettazione tacita riguarda la vendita di un immobile ereditato. Secondo l’articolo 2648 del Codice Civile e il decreto legge 31 maggio 2010 n. 78, il notaio deve trascrivere l’accettazione tacita dell’eredità nell’atto di compravendita per garantire che la proprietà del bene non sia mai contestabile. Questa trascrizione tutela sia l’acquirente che la banca mutuante, evitando il rischio di controversie con eventuali eredi “veri” o altri aventi diritto.
La trascrizione, tuttavia, comporta il pagamento di alcune imposte che possono essere considerate una tassa “nascosta”, perché spesso gli eredi non ne sono consapevoli. Queste imposte includono:
- Imposta ipotecaria pari al 2% del valore catastale dell’immobile (con valore minimo di 200 euro);
- Imposta catastale pari all’1% del valore catastale (con valore minimo di 200 euro);
- Imposta di bollo di 59 euro per ogni nota di trascrizione;
- Diritti di trascrizione di 35 euro;
- Onorario del notaio, variabile generalmente tra 500 e 1.500 euro.
La base imponibile si calcola sul valore catastale e il momento rilevante per il versamento non è la data di apertura della successione, bensì quella della vendita.

Novità giurisprudenziali e regime fiscale aggiornato (www.progettohumus.it)
Recenti pronunce della Corte di Cassazione (ordinanza n. 20520 del 24 luglio 2024) hanno chiarito che la trascrizione dell’accettazione tacita non è una formalità conseguente all’atto di vendita, ma un atto antecedente che richiede una tassazione autonoma. Questo significa che non si applica il principio di assorbimento previsto dal decreto legislativo n. 23/2011, per cui la trascrizione resta soggetta a imposta ipotecaria, tassa ipotecaria e imposta di bollo in misura ordinaria.
Il contenzioso in materia nasce dalla differente interpretazione tra notai e uffici tributari: mentre i primi ritenevano che le imposte fossero già assolte con la registrazione dell’atto di vendita, l’Agenzia delle Entrate ha chiarito che la trascrizione dell’accettazione tacita va tassata separatamente, poiché rappresenta un atto distinto e autonomo.
Questa interpretazione è stata confermata anche da numerose sentenze della Cassazione, che hanno ribadito la necessità di versare:
- 200 euro di imposta ipotecaria (aliquota fissa prevista dall’articolo 4 della Tariffa allegata al Dlgs n. 347/1990);
- 35 euro di tassa ipotecaria;
- 59 euro di imposta di bollo.
Questi importi si aggiungono alle altre imposte e costi notarili connessi alla vendita.
Come evitare costi imprevisti: consigli pratici per gli eredi
Poiché l’accettazione tacita dell’eredità decorre automaticamente al compimento di determinati atti, per evitare di incorrere in oneri imprevisti è consigliabile:
- Non vendere o affittare l’immobile ereditato senza aver formalmente accettato l’eredità;
- Valutare la possibilità di accettare l’eredità con beneficio d’inventario, per limitare la responsabilità verso i debiti ereditari;
- Rivolgersi a un notaio o a un consulente legale per chiarire la posizione ereditaria prima di compiere qualsiasi atto che possa configurare accettazione tacita;
- Presentare tempestivamente la dichiarazione di successione, obbligatoria entro 12 mesi dall’apertura della successione, utilizzando i servizi telematici dell’Agenzia delle Entrate aggiornati al 2025 che consentono il calcolo automatizzato dell’imposta di successione;
- Considerare l’opportunità di trascrivere l’accettazione espressa per evitare incertezze e spese aggiuntive al momento della vendita.

Cos’è l’accettazione tacita dell’eredità e quando si verifica?(www.progettohumus.it)






