Un laser potrebbe salvare la vista: via ai test nel 2026. Ecco la soluzione innovativa che risolve i problemi e fa dire addio agli occhiali.
La degenerazione maculare senile continua a rappresentare una delle principali cause di perdita della vista negli anziani, colpendo circa un terzo degli over 80 e oltre venti milioni di adulti negli Stati Uniti nella sua forma più comune, la cosiddetta “secca”. Nonostante l’elevata incidenza, fino a oggi non erano disponibili terapie efficaci per contrastare questa patologia che compromette progressivamente la visione centrale, rendendo difficile focalizzare gli oggetti direttamente davanti agli occhi.
Un approccio innovativo per la vista basato sul calore controllato
Un gruppo di ricercatori dell’Università di Aalto in Finlandia ha sviluppato un trattamento rivoluzionario che utilizza un principio apparentemente controintuitivo: un impiego mirato di calore controllato per riattivare i meccanismi naturali di difesa e riparazione delle cellule retiniche. A capo dello studio, pubblicato su Nature Communications lo scorso 29 ottobre, c’è il professor Ari Koskelainen, che evidenzia come l’invecchiamento cellulare indebolisca progressivamente i sistemi di protezione endogeni, esponendo il fondo oculare a un intenso stress ossidativo generato dai radicali liberi dell’ossigeno.
La patogenesi della degenerazione maculare secca ha origine quando le proteine danneggiate dai radicali liberi perdono la loro struttura tridimensionale corretta, aggregandosi in depositi lipoproteici noti come drusen. Questi accumuli, visibili durante l’esame oftalmoscopico, rappresentano il principale criterio diagnostico per questa forma di AMD. Il cuore del problema risiede nell’incapacità delle cellule invecchiate di gestire efficacemente le proteine mal ripiegate tramite i normali sistemi di controllo qualità.

Trattamento con il laser per risolvere problemi di vista – progettohumus.it
La strategia terapeutica ideata dagli scienziati finlandesi sfrutta un aumento termico di pochi gradi per stimolare due processi cellulari complementari. Il primo coinvolge le proteine da shock termico, molecole “chaperon” sintetizzate in risposta allo stress, in grado di ripiegare nuovamente le proteine danneggiate nella loro struttura funzionale originaria. Se il tentativo di recupero fallisce, le proteine difettose vengono destinate alla degradazione e al riciclo cellulare sotto forma di aminoacidi.
Quando gli accumuli proteici si sono già formati, interviene un secondo meccanismo cruciale: l’autofagia, processo di smaltimento dei rifiuti cellulari il cui funzionamento è stato svelato dal premio Nobel per la Medicina 2016, Yoshinori Ohsumi. L’autofagia avvolge gli aggregati proteici dannosi in una membrana lipidica, sulla quale compaiono proteine di riconoscimento che segnalano agli enzimi lisosomiali di demolire e rimuovere il materiale compromesso. Koskelainen sottolinea come l’applicazione di impulsi termici controllati attivi entrambi questi meccanismi di pulizia cellulare.
Tecnologia laser avanzata per un trattamento sicuro e preciso
La sfida tecnica più complessa consiste nel riscaldare con estrema precisione un tessuto delicato situato in profondità nell’occhio senza causare danni. Temperature superiori ai 45°C possono provocare lesioni irreversibili. Il team di Aalto ha risolto questo problema sviluppando un sistema che utilizza la luce nel vicino infrarosso per il riscaldamento, integrato con un metodo di monitoraggio termico in tempo reale posizionato dietro la retina. Questa tecnologia consente un controllo accurato e sicuro della temperatura durante tutto il trattamento.
I risultati degli studi preclinici condotti su modelli animali, in particolare su topi e suini, si sono rivelati promettenti. I trial clinici sull’uomo sono previsti per la primavera del 2026 in Finlandia, con una prima fase focalizzata sulla sicurezza del trattamento laser e successivi studi volti a definire la frequenza ottimale delle applicazioni per mantenere effetti benefici duraturi. Koskelainen evidenzia che la terapia dovrà essere ripetuta periodicamente, poiché la risposta cellulare tende a diminuire già pochi giorni dopo ogni sessione.
Se confermata l’efficacia negli studi clinici, questa terapia rappresenterebbe la prima vera opzione terapeutica concreta per milioni di pazienti affetti dalla forma secca di degenerazione maculare senile, oggi senza alternative valide.
Il laser per risolvere problemi oftalmici - progettohumus.it






