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Lo detestano tutti, ma la scienza parla chiaro: aspettare in coda fa bene a mente e corpo

fare le code fa beneUno studio lo conferma -Progettohumus.it

Nuovi studi della psicologia positiva rivelano come l’attesa, spesso sottovalutata, favorisca autocontrollo, riflessione e benessere psicofisico nella vita quotidiana

In un’epoca in cui la velocità domina le nostre vite e ogni attimo sembra dover essere immediatamente colmato da un’attività, emerge una prospettiva scientifica che invita a riconsiderare il valore dell’attesa. Secondo la professoressa Ayse Burcin Baskurt, docente di psicologia positiva applicata presso l’Università di Londra Est (University of East London, UEL), aspettare, anche in situazioni comuni come fare la fila, non è un tempo perso, bensì un’opportunità preziosa per la mente e il corpo.

L’attesa come esercizio di autocontrollo

Nella sua recente analisi pubblicata su The Conversation, Baskurt sottolinea che l’attesa migliora l’autocontrollo, una competenza cruciale per il benessere psicologico e per il successo in molteplici ambiti della vita. L’autocontrollo è definito come la capacità di regolare pensieri, emozioni e comportamenti quando si è posti di fronte a scelte che oppongono obiettivi a lungo termine e tentazioni immediate.

Fare la fila o attendere un ritardo, dunque, diventa un esercizio quotidiano di questa abilità. La docente cita esempi concreti: fermarsi a riflettere prima di rispondere a un’email irritante o resistere alla tentazione di un cibo poco salutare sono azioni che si allenano proprio durante quei momenti di pausa forzata. Studi recenti dimostrano che anche brevi ritardi, come aspettare prima di un acquisto o ordinare un pasto, possono calmare impulsi immediati e facilitare decisioni più ponderate e salutari.

Nonostante ciò, il fenomeno dell’attesa ha ricevuto finora scarso interesse nel campo della ricerca psicologica, lasciando nascosti molti benefici potenziali che questa pratica può offrire.

Un altro aspetto interessante evidenziato dalla professoressa Baskurt riguarda il ruolo del silenzio terapeutico nelle conversazioni di coaching e comunicazione. Quando una persona prende una pausa prima di rispondere a una domanda, questo momento di attesa le consente di elaborare più profondamente i propri pensieri, di chiarire emozioni e persino di scoprire ricordi o intuizioni nascoste.

fare le code fa bene

Fare la fila fa bene – Progettohumus.it

In questo senso, il tempo di attesa assume una funzione attiva: non è passivo o inutile, ma diventa uno spazio per la riflessione, la concentrazione e la creatività. Ciò nonostante, la percezione culturale e personale di questo “tempo perso” varia notevolmente. Per alcuni, specialmente chi ha bisogno di stimoli costanti, attendere può risultare frustrante o addirittura doloroso, mentre in altre culture l’attesa è considerata un valore prezioso e un momento da rispettare.

Per coloro che vivono con impazienza o disagio questi momenti, Baskurt suggerisce quattro strategie concrete per trasformare l’attesa in un’esperienza positiva e arricchente:

  • Assaporare l’anticipazione: Visualizzare con piacere l’evento desiderato, come un concerto o un viaggio, rende l’attesa parte integrante dell’esperienza, aumentando la gioia stessa che ne deriva.
  • Praticare la gratitudine: Imparare a riconoscere e apprezzare ciò che si ha, anche mentre si aspetta, aiuta a ridurre l’ansia e a valorizzare il presente.
  • Dare un senso all’attesa: Riformulare mentalmente il tempo passato in coda o bloccati nel traffico come un’occasione per riposare, osservare il mondo o riflettere, anziché considerarlo un fastidio.
  • Mindfulness e presenza consapevole: Utilizzare la consapevolezza per osservare senza giudizio ciò che accade dentro e intorno a noi durante l’attesa, trasformando un momento potenzialmente irritante in un’utile pausa rigenerante.

Aaspettare in coda o in qualsiasi altra situazione può trasformarsi in un’attività benefica per la mente e il corpo, un’opportunità per coltivare pazienza, consapevolezza e gratitudine. La società moderna, che tende a evitare ogni forma di rallentamento, potrebbe dunque trarre grande vantaggio dal riscoprire il valore nascosto di quei secondi o minuti in cui, semplicemente, impariamo ad aspettare.

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