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Che fine fa tutto il cibo del buffet che avanza in crociera? La verità ti spiazzerà totalmente

BuffetChe fine fa tutto il cibo del buffet che avanza in crociera? - progettohumus.it

Tra buffet infiniti e strategie “all you can eat”, ogni crociera produce tonnellate di cibo non consumato. Ma cosa accade davvero agli avanzi una volta terminato il viaggio?

Il tema dello spreco alimentare a bordo delle navi da crociera è diventato un argomento di forte discussione negli ultimi anni. Ogni giorno migliaia di passeggeri affollano ristoranti, buffet e bar galleggianti, serviti da cucine che lavorano 24 ore su 24 per garantire un’offerta abbondante. Ma dietro la varietà e la ricchezza delle proposte culinarie si nasconde un problema crescente: che fine fa tutto il cibo che non viene consumato? Le cifre, seppur difficili da quantificare, sono impressionanti. Una sola nave può produrre fino a una tonnellata di scarti alimentari al giorno, tra piatti non toccati, porzioni eccessive e preparazioni mai servite. L’obiettivo di garantire una disponibilità costante di pietanze spinge spesso alla sovrapproduzione, e gli avanzi diventano inevitabili.

Cibo da crociera: lo spreco nascosto tra le onde

Negli ultimi anni diversi video diffusi online hanno mostrato immagini che hanno sollevato scalpore: cibo gettato direttamente in mare, spesso in enormi quantità. Alcuni ex dipendenti di bordo hanno confermato che, in passato, questa pratica era comune, specie sulle tratte internazionali in acque internazionali, dove i controlli risultavano meno severi. La questione ambientale è evidente. Il rilascio di rifiuti organici in mare non solo rappresenta un danno ecologico, ma alimenta anche una percezione negativa nei confronti di un settore che, da tempo, cerca di migliorare la propria immagine sotto il profilo della sostenibilità. Oggi molte compagnie affermano di aver abbandonato queste pratiche, ma non tutte operano allo stesso modo. In alcuni casi, il cibo avanzato viene triturato e smaltito come rifiuto organico attraverso sistemi di depurazione, mentre in altri è ancora destinato allo scarico, seppur parzialmente trattato. Una soluzione tutt’altro che ecologica, che lascia aperti molti interrogativi sulla reale gestione del cibo a bordo.

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Cibo da crociera: lo spreco nascosto tra le onde – progettohumus.it

Non mancano però esempi positivi. Costa Crociere, in collaborazione con la Fondazione Banco Alimentare, ha avviato un progetto per recuperare le eccedenze alimentari e destinarle a enti di beneficenza nei porti di attracco. Ogni giorno, a fine servizio, i pasti non serviti vengono raccolti, refrigerati e consegnati alle organizzazioni locali, offrendo così un contributo concreto contro lo spreco e a favore della solidarietà. Anche Royal Caribbean ha adottato soluzioni innovative. Attraverso un sistema basato su intelligenza artificiale, le cucine analizzano i dati sui consumi e regolano le quantità di produzione in tempo reale. Secondo la compagnia, questa tecnologia ha permesso di ridurre gli avanzi fino al 50%, migliorando allo stesso tempo la qualità del servizio e riducendo l’impatto ambientale.

Spreco a bordo: tra responsabilità delle compagnie e scelte dei passeggeri

Il problema dello spreco alimentare sulle navi da crociera non riguarda solo le compagnie, ma anche i comportamenti dei passeggeri. Il concetto di “all you can eat” induce spesso a riempire i piatti più del necessario, spinti dalla curiosità o dalla semplice abbondanza. Ogni porzione lasciata a metà, però, contribuisce a un circolo vizioso difficile da interrompere. Alcune compagnie stanno cercando di cambiare le abitudini dei propri ospiti con campagne di sensibilizzazione: inviti a prendere solo ciò che si desidera mangiare, cartelli informativi nei ristoranti e progetti educativi per i membri dell’equipaggio. Piccoli gesti che, nel complesso, possono ridurre in modo significativo la quantità di cibo gettato via ogni giorno.

L’obiettivo è creare una cultura del consumo consapevole, in cui il lusso non significhi eccesso, ma equilibrio e rispetto. Ridurre lo spreco a bordo non è solo una questione di etica o di sostenibilità, ma anche di efficienza economica: ogni tonnellata di cibo sprecato rappresenta un costo in termini di approvvigionamento, energia e smaltimento. Il mare, da sempre simbolo di libertà e viaggio, rischia di trasformarsi in un deposito invisibile di rifiuti alimentari. La sfida delle compagnie è trovare un equilibrio tra comfort e responsabilità, trasformando il modello di crociera in un esempio concreto di sostenibilità. E se la tecnologia e le buone pratiche possono fare molto, anche un semplice gesto da parte di ogni passeggero può fare la differenza.

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