Un’analisi condotta dal Centro di formazione e ricerca sui consumi mostra come il costo del caffè sia aumentato del 20% negli ultimi quattro anni, con forti differenze tra Nord e Sud.
Il dibattito sul prezzo di una tazzina di caffè è tornato centrale dopo le parole di Oscar Farinetti, fondatore di Eataly, che ad agosto aveva ipotizzato un costo “giusto” di 2,50 euro. Quella che sembrava una provocazione trova oggi conferme nei numeri. Secondo i dati del Centro di formazione e ricerca sui consumi (Crc), elaborati insieme ad Assoutenti per la Giornata internazionale del caffè celebrata il 1° ottobre, in Italia il prezzo medio è salito del 20,6% in quattro anni.
L’aumento dei prezzi nelle città italiane
Nel 2021, l’Osservatorio Mimit segnalava un costo medio di 1,04 euro per una tazzina nelle grandi città. Ad agosto 2025 la media ha raggiunto 1,25 euro. La crescita appare uniforme, ma il dettaglio territoriale racconta un’Italia divisa.

L’aumento dei prezzi nelle città italiane – progettohumus.it
Al Nord, i listini superano spesso 1,40 euro. Bolzano è la provincia più cara con 1,47 euro, seguita da Ferrara con 1,43 euro, Padova a 1,41 e Belluno a 1,40 euro. Ben diverso il quadro al Sud, dove il caffè resta più economico: a Catanzaro si paga meno di 1 euro, mentre a Reggio Calabria e Messina il prezzo medio si aggira attorno a 1,06 euro. Questo divario territoriale riflette sia il diverso costo della vita, sia la struttura dei consumi. Eppure, nonostante le differenze interne, il prezzo dell’espresso in Italia rimane più basso rispetto a quello di altre città europee.
Italia ed Europa a confronto
Dai dati raccolti dall’Unione Commercio Turismo Servizi Alto Adige, che cita un’indagine di FIPE Confcommercio, emerge un quadro chiaro: “A Copenaghen una tazzina può arrivare a costare 4,70 euro, a Vienna 4,50 e a Monaco di Baviera 2,50 euro. In Italia la media rimane di circa 1,20 euro, quindi molto sotto le grandi capitali europee”, spiega Philipp Moser, presidente dell’Unione. Anche in Alto Adige, dove il prezzo medio di 1,47 euro è il più alto a livello nazionale, il costo resta comunque contenuto rispetto al panorama internazionale. Ma la sostenibilità del settore resta una questione aperta.
Il presidente della gastronomia dell’Unione, Kurt Unterkofler, ricorda che negli ultimi anni bar e ristoranti hanno dovuto affrontare rincari generalizzati: salari, immobili, materie prime ed energia hanno fatto lievitare i costi. Secondo Unterkofler, gli attuali prezzi del caffè sono troppo bassi per garantire margini adeguati, e a lungo termine la situazione potrebbe mettere in crisi molti esercizi. Gli operatori del settore chiedono quindi una diversa attenzione. Non critiche per gli aumenti, ma riconoscimento per la capacità di mantenere vivo un rituale che unisce milioni di italiani ogni giorno. “I nostri baristi e ristoratori – sottolinea l’associazione – continuano a offrire momenti di socialità e piacere, nonostante il peso dei costi. Meritano applausi, non attacchi”.