Un’analisi tedesca svela la presenza di cocktail di pesticidi, oli minerali e zuccheri elevati in diversi marchi di muesli. I prodotti più “puliti”? Quelli di Lidl.
Il muesli alla frutta è da anni uno dei simboli della colazione “sana”, amato per la combinazione di cereali integrali, frutta secca, fibre e vitamine. Ma dietro le confezioni colorate e i messaggi rassicuranti come “senza zuccheri aggiunti” o “naturale”, possono nascondersi ingredienti tutt’altro che salutari.
A rivelarlo è una nuova indagine pubblicata da Öko-Test, rivista tedesca specializzata in analisi indipendenti su prodotti alimentari e di largo consumo. Il test ha preso in esame 40 campioni di muesli alla frutta e ai frutti di bosco venduti nei supermercati, discount, negozi bio e farmacie in Germania, con prezzi compresi tra 1,15 e 7,82 euro per 500 grammi. Alcuni di questi prodotti sono disponibili anche in Italia, sebbene non sia certo che la composizione sia identica.
I risultati e le criticità del test
L’indagine ha mostrato che molti muesli alla frutta non sono affatto una scelta sana, come invece suggerisce la pubblicità. Gli esperti tedeschi hanno messo in evidenza quattro aspetti critici: zucchero, pesticidi, oli minerali e tossine da muffe.
Il primo punto riguarda la quantità di zucchero. Anche se alcune confezioni riportano la dicitura “senza zuccheri aggiunti”, i prodotti analizzati contenevano elevate quantità di zuccheri naturali, provenienti da uvetta, datteri e altra frutta essiccata. Solo per fare un esempio, l’uvetta contiene 32 grammi di zucchero ogni 100 grammi, mentre i datteri ne contengono 31 grammi. Dal punto di vista legale la dicitura è corretta, ma dal punto di vista nutrizionale lo zucchero, anche se “naturale”, contribuisce allo sviluppo di obesità, carie e disturbi metabolici.

Musli, i risultati e le criticità del test – progettohumus.it
Ancora più preoccupanti sono i risultati relativi ai pesticidi. Alcuni campioni presentavano fino a 14 sostanze chimiche diverse nello stesso prodotto. Questi “cocktail” derivano soprattutto dall’uvetta di origine cinese, spesso utilizzata come ingrediente principale. Anche se le quantità rilevate erano minime, gli effetti combinati dei pesticidi sull’organismo non sono ancora del tutto conosciuti. Alcune delle sostanze individuate sono vietate o considerate ad alto rischio nell’Unione Europea. Studi recenti hanno inoltre collegato l’esposizione prolungata a certi pesticidi a patologie neurodegenerative, tra cui il morbo di Parkinson. Un altro problema rilevante riguarda la presenza di idrocarburi da oli minerali: MOSH (Mineral Oil Saturated Hydrocarbons), che si accumulano nel tessuto adiposo e negli organi umani. MOAH (Mineral Oil Aromatic Hydrocarbons), considerati ancora più pericolosi perché potenzialmente cancerogeni.
La contaminazione può avvenire durante la produzione, l’imballaggio o il trasporto, quando i materiali o i macchinari rilasciano residui di olio minerale nei cereali. Infine, in diversi prodotti è stata riscontrata la presenza di ocratossina A (OTA), una tossina da muffa che può svilupparsi nei cereali o nella frutta mal conservata. L’OTA è classificata come cancerogena, mutagena e dannosa per il sistema immunitario, motivo per cui rappresenta una delle minacce più serie per la salute dei consumatori.
I migliori e i peggiori muesli del test
Tra i 40 prodotti analizzati, 19 hanno ottenuto la valutazione “Molto Buono”, la più alta del test. Si tratta principalmente di muesli biologici, caratterizzati da un contenuto minimo di zuccheri e una quasi totale assenza di pesticidi. Tra i marchi promossi figurano anche due prodotti venduti da Lidl: il Crownfield Muesli alla frutta e la versione Bio, entrambi con risultati superiori alla media per assenza di contaminanti e trasparenza in etichetta.
Tra i peggiori, invece, spiccano cinque muesli “bocciati” con il voto “insufficiente”. Il Dr. Oetker Vitalis e il Kornmühle Früchte Müsli sono stati penalizzati per la presenza di dieci pesticidi diversi, mentre il prodotto peggiore in assoluto è risultato l’Alpen No Added Sugar, nel quale sono stati rilevati 14 contaminanti tra pesticidi e sostanze indesiderate. I laboratori hanno inoltre riscontrato tracce di muffe e metalli pesanti, come piombo e cadmio, sebbene entro i limiti di legge. Tuttavia, la combinazione di questi elementi, sommata alla presenza di zuccheri e pesticidi, riduce fortemente la qualità complessiva di molti prodotti da colazione ritenuti “sani”.
Il test è stato condotto selezionando 40 varietà di muesli alla frutta e ai frutti di bosco, di cui 25 biologiche, preferendo per ogni marchio la versione con il maggior contenuto di frutta. Tutti i campioni sono stati analizzati per residui di pesticidi (inclusi glifosato, clormequat e mepiquat), tossine da muffe, oli minerali, metalli pesanti e contaminazioni batteriche. Il risultato finale mostra un quadro chiaro: solo i prodotti davvero biologici e controllati lungo tutta la filiera garantiscono un consumo sicuro. Una scoperta che invita i consumatori a leggere attentamente le etichette, anche quando si tratta di alimenti considerati salutari.