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Listeriosi, minaccia silenziosa nascosta in frigorifero: dove prolifera il batterio

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Il Ministero segnala un lotto di salmone norvegese affumicato potenzialmente contaminato da Listeria monocytogenes e raccomanda di non consumarlo.

Un richiamo alimentare è stato diffuso dal Ministero della Salute per un lotto di salmone norvegese affumicato che potrebbe essere contaminato dal batterio Listeria monocytogenes. Il prodotto coinvolto appartiene al marchio KV Nordic, identificato dal lotto 486238 e con scadenza 04/10/2025. La comunicazione invita chiunque abbia acquistato questo alimento a non consumarlo e a restituirlo al punto vendita, così da evitare possibili rischi per la salute pubblica. In Italia controlli di questo tipo non sono rari, perché la sicurezza lungo l’intera filiera resta un obiettivo costante e i richiami vengono pubblicati proprio per tutelare i consumatori.

Il motivo della segnalazione riguarda la possibile presenza di Listeria monocytogenes, un microrganismo noto da quasi un secolo, capace di provocare una malattia a trasmissione alimentare chiamata listeriosi. L’infezione può manifestarsi con sintomi generici come febbre, nausea, vomito, diarrea e dolori gastrointestinali, in apparenza simili a un’influenza fastidiosa. Esistono però forme molto più severe, definite invasive, nelle quali il batterio può raggiungere il sistema nervoso centrale causando meningiti, encefaliti o addirittura setticemia nei casi più gravi. Le persone più vulnerabili sono le donne in gravidanza, gli anziani e chi ha difese immunitarie basse, per cui servono maggiori precauzioni.

Cos’è la Listeria e perché può contaminare alimenti pronti

La Listeria monocytogenes è un batterio Gram-positivo che vive in ambienti naturali come il suolo, l’acqua e le piante. Quello che la rende temuta in ambito alimentare è la sua estrema resistenza. Può sopravvivere e moltiplicarsi a temperature molto basse, persino in frigorifero intorno ai 2-4 gradi, e restare attiva fino a 45 gradi. Ha una tolleranza notevole al sale e a variazioni di acidità, riuscendo a crescere in un pH compreso tra 4,4 e 9,6. Queste caratteristiche, se unite alla sua capacità di aderire alle superfici, rendono difficile eliminarla completamente se riesce a entrare in un ambiente produttivo.

Listeriosi

Cos’è la Listeria e perché può contaminare alimenti pronti – progettohumus.it

La contaminazione può avvenire durante diverse fasi: la lavorazione industriale, il confezionamento o la conservazione dei cibi. Quando non si ha più possibilità di sterilizzare l’alimento con una cottura successiva, il rischio sale. Gli alimenti pronti al consumo, come il pesce affumicato, rappresentano un esempio molto chiaro. Una volta infetto, il prodotto può portare il batterio direttamente nel piatto del consumatore.

La listeriosi non è tra le infezioni più frequenti, ma resta una delle più severe dal punto di vista clinico. Il periodo di incubazione è ampio e variabile, da pochissimi giorni fino a oltre due mesi nei casi più complessi. Proprio per questo riconoscerla non è immediato, e spesso serve un’accurata valutazione clinica per capire l’origine dei sintomi.

Come ridurre i rischi: controllo a monte e buone pratiche a casa

La sicurezza alimentare si gioca in due luoghi diversi: da un lato gli stabilimenti e le aziende, dall’altro le cucine domestiche. Ogni prodotto pronto al consumo deve rispettare limiti microbiologici specifici e, in caso di sospetta contaminazione, scatta l’obbligo di ritiro o richiamo. È esattamente ciò che accade con il salmone citato, a conferma che il sistema di sorveglianza funziona.

Chi acquista e consuma deve fare la sua parte. La conservazione corretta degli alimenti, il rispetto della catena del freddo, il lavaggio di mani e superfici, la separazione tra cibi crudi e cotti riducono notevolmente i rischi di diffusione dei patogeni. Per i soggetti considerati a rischio più elevato vengono consigliate scelte ancora più prudenti. Durante la gravidanza ad esempio è bene evitare pesce affumicato pronto al consumo, salumi crudi e formaggi a pasta molle poco stagionati. Un’attenzione che può sembrare eccessiva, ma che evita situazioni complicate.

Nel nostro Paese la listeriosi è una malattia a sorveglianza speciale. Le autorità raccolgono e analizzano ogni segnalazione, così da capire come si muove il batterio e come intervenire rapidamente se necessario. Non a caso, anche se il numero di casi registrati ogni anno è inferiore rispetto ad altre infezioni alimentari più comuni, la percentuale di ospedalizzazioni resta elevata. La gravità potenziale spiega la necessità di intervenire subito quando un alimento può essere coinvolto.

In queste comunicazioni del Ministero non c’è spazio per allarmismi inutili. Il messaggio centrale resta sempre lo stesso: non consumare il lotto segnalato, controllare il codice riportato sulla confezione e, se corrisponde, riconsegnarlo al punto vendita. A volte un gesto semplice evita conseguenze importanti.

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